The Blue Bath by Mary Waters-Seyers | Review

martedì 31 maggio 2016

Buonasera a tutti lettori! 

 

Per questa recensione ci è voluto un po’, perché, sì, lo so che avrei dovuto scriverla entro la data di uscita del libro (il 3 maggio), ma proprio non ci sono riuscita e anche se ringrazio tantissimo NetGalley e la Casa Editrice St. Martin’s Press per avermi concesso l’opportunità di leggerlo in anteprima, mi trovo costretta a pubblicarla adesso.

 

Le ragioni per le quali non sono riuscita a scrivere prima una recensione decente per questo libro sono diverse, la più importante delle quali è sicuramente che questo è uno di quei libri che ti rimane impresso a fuoco nell’anima, che ti coinvolge così tanto e lo fa così bene, che quando hai terminato la lettura, vorresti solo riavvolgere il tempo e tornare al giorno in cui hai visto la copertina, te ne sei innamorata e lo hai richiesto, pregando anche in cinese che ti rispondessero con un sì e tu potessi leggerlo.

Non so se vi è mai capitata una cosa del genere con una storia, di sentirla così nel profondo, da non riuscire a mettere nero su bianco cosa si pensa della storia stessa, perché il più delle volte è davvero difficile mettere insieme tutti i pensieri e le emozioni che ti hanno attraversato durante la lettura.

 

Ma partiamo con ordine, ovvero dalla trama (ad opera di Amazon, ma tradotta da me)

 

 

 

 

Paperback: 320 pagine;

Publisher: St. Martin's Press

Language: English

Prezzo (copertina flessibile): /

Prezzo (copertina rigida): 16,81$

Prezzo (versione Kindle): 19,46$

 

 

Kit Lind, un’americana espatriata che vive a Londra con il marito imprenditore e il loro bambino, partecipa all’apertura di una prestigiosa galleria d’arte a Mayfair e rimane letteralmente senza parole quando osserva il suo viso osservarla dalle pareti. I ritratti sono il segno incancellabile di un amore di tanto tempo prima con l’artista Daniel Blake. Con lei completamente all’oscuro della cosa, Daniel ha continuato a dipingerla da allora. Kat rimane affascinata dal suo riflesso sulla tela e quando Daniel compare a Londra, si ritrova coinvolta nuovamente nel peccato di un passato che improvvisamente non sembra più essere poi tanto lontano.

Quando i ritratti catturano l’attenzione del pubblico, minacciando, non solo di rivelare la sua identità, ma anche tutte le bugie nascoste dietro gli spigoli delle tele, Kat si trova faccia a faccia con il vero prezzo della loro bellezza e con tutto quello che potrebbe perdere.

Muovendosi tra il mondo artistico e glamour di Londra e i giorni sensuali di una relazione d’amore in uno studio polveroso di Parigi, la vita e l’arte sanguinano insieme, mentre le vite di Kat e Daniel girano fuori controllo, portando ad una conclusione che non è altro che inevitabile.

 

Quando ho letto la trama su NetGalley e ho visto la copertina, non ho potuto resistere alla tentazione e ho chiesto di poterlo leggere.

Solitamente non sono intrigata da questo genere di romanzi e non perché non mi piacciano, ma perché, in fondo in fondo, sono ancora un po’ bambina e rimango legata ai fantasy, agli YA, ai paranormal e ai distopici e spesso non sono disposta a discostarmi verso qualcosa che è più adulto, più impegnativo (non che gli altri generi citati prima non lo siano, ma in un modo diverso, ecco).

Questo libro, invece, mi ha catturata subito e non posso pentirmi assolutamente della scelta.

 

Kit, all’apparenza, è una donna normale, abita in una casa in fase di ristrutturazione, con le pareti ancora spoglie di quadri o di qualsivoglia orpello, ha un bambino di cui si prende cura e che accompagna a scuola tutte le mattine e un marito che fa l’imprenditore e che, al momento della narrazione, si trova in Cina per dare una svolta all’azienda di cui è proprietario.

Sono entrambi personaggi molto in voga a Londra, quindi, in assenza del consorte, Kat è costretta a partecipare a serate di gala e a mostre alle quali ha già promesso di prendere parte. È proprio ad una di queste mostre che si ritrova coinvolta negli anni di studio che ha trascorso a Parigi, da giovane adulta affascinata dalla città e munita di macchina fotografica, pronta ad immortale ogni singolo angolo della Ville Lumiére.

Ricorda di come ha conosciuto Daniel Blake, per caso, in un parco, di come sia praticamente diventata la sua musa e di come poi sia praticamente fuggita da lui senza una spiegazione, abbandonando gli studi e ritornando in America.

Qui, a Londra, lo incontra nuovamente e si lascia trasportare dai quadri che la rappresentano, dalle tele che ricorda lui dipingeva, dal suo viso nello studio/casa che condividevano all’epoca e, anche se non vorrebbe, anche se sa che è sbagliato, si lascia andare, ne diventa praticamente l’amante.

Nella sorta di capannone fuori città che Daniel abita, Kat si sente di nuovo al sicuro, tra l’odore dei colori e quello della polvere e, in un certo senso, diventa capace di reinventarsi, di scoprire cose di sé che pensava sepolte, mentre Daniel cerca di convincerla a scappare con lui, facendole credere di poter ricostruire tutto daccapo.

 

La narrazione è molto bella, quasi poetica in alcuni tratti e la vita di oggi e quella di ieri di Kat si mescolano, fornendo anche a noi due spaccati di vita che fanno parte di lei, ma che lei pensa di non riuscire più ad abitare.

Daniel, in fondo, è anche un po’ l’artista eclettico che ci si aspetta di trovare a Parigi, di cui ci si aspetta di innamorarsi, perché è libero, ribelle, è alla costante ricerca dell’ispirazione e sembra non gli importi di nulla se non dei suoi quadri.

Kit comprende troppo tardi che non è mai stato così, che lui sarebbe anche stato disposto a prendersi le sue responsabilità… ma lei è scappata e ha deciso per entrambi, scomparendo da ogni scenario possibile. Daniel continua a dipingerla com’era un tempo, giovane, bella, appassionata, con i capelli rossi e mossi e le lentiggini disseminate lungo il corpo e Kat, che ormai non è più così giovane, forse non è neanche più così appassionata, ma ha ancora i capelli rossi e le lentiggini, sente di poter tornare ad essere quella di un tempo, anche se solo per poco, perché la realtà, crudele e spietata, torna a tormentarli entrambi, facendoli a pezzi.

 

Non so se da queste mie parole riesce a trasparire l’amore che ho provato per questo libro, per lo stile dell’autrice, per i personaggi e per come è stato organizzato il libro in sé per sé, con questa alternanza di presente e passato che riesce a farti calare in una Parigi quasi fuori dal tempo, piena di bellezze e di quell’idea romantica e artistica che tutti le attribuiamo e che la rendono la Città dell’Amore per eccellenza.

Londra, invece, rimane la città un po’ grigia e fredda, quasi da contrasto con la capitale francese, ma soprattutto più bucolica, considerato dove l’autrice ha deciso di posizionare il capannone di Daniel, immerso in un boschetto, in una strada in cui non si avventura mai nessuno, dove non si vede l’ombra di una casa per chilometri e dove regna il silenzio, la pace e la natura.

 

Insomma, per farla breve, l’ho trovato un libro molto evocativo, molto ben scritto, molto ben raccontato e molto profondo e forse era quello che cercavo qualche mese fa, quando l’ho letto, perché mi ha davvero scossa in positivo ed emozionato e per me è un po’ rarità, perché è difficile riuscire a farmi emozionare con un libro.

 

A voi come sembra? Sono riuscita a intrigarvi almeno un po’?

 

 

 

Buone letture a tutti! <3

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